[INTERVISTA] su Babylonbus, di Andrea Turetta

« Older   Newer »
  Share  
Ale<3
CAT_IMG Posted on 17/2/2011, 12:32




CITAZIONE
Intervista con Serena Abrami

Di Andrea Turetta

“LONTANO DA TUTTO”, il brano della giovane cantautrice marchigiana SERENA ABRAMI. Il pezzo porta la firma, testo e musica di Niccolò Fabi ed è in semifinale per la sezione “Sanremo Giovani 2011”. È possibile ascoltare “LONTANO DA TUTTO”, singolo che farà parte dell’album di debutto della Abrami, sul sito www.sanremo.rai.it . Serena Abrami, interprete e cantautrice marchigiana di venticinque anni, negli ultimi due anni ha collaborato con: l’ Orchestra Sinfonica del Mediterraneo di Palermo, Niccolò Fabi, Gnu Quartet, Paolo Vallesi, Noemi, Sagi Rei e ha aperto i concerti di Petra Magoni & Ferruccio Spinetti. Ecco l’intervista che ci ha gentilmente rilasciato…

“Lontano da tutto” il tuo singolo, è firmato da Niccolò Fabi. Com’è nata questa vostra collaborazione?
Niccolò Fabi aveva apprezzato alcuni miei provini nell’estate 2009, ascoltati tramite il mio manager Michele Giardina. In quel periodo, Ivano Fossati mi stava seguendo nella registrazione di “Tutto da rifare” (brano inedito che mi ha regalato contenuto nel mio album d’esordio) e venendone a conoscenza, in virtù della stima che nutre nei suoi confronti, ha pensato di coinvolgerlo. Ho sentito “Lontano da tutto” adatto a me sin dal primo ascolto, quando è arrivato come una ventata di dolcezza e malinconia dalle orecchie alla pancia; con entusiasmo e gratitudine ho adattato l’ iniziale melodia al mio modo di cantare.

Da sottolineare che, tra le prime persone a credere nelle tue qualità artistiche c’è stato un altro grande cantautore come Ivano Fossati…
…ed io ne sono onorata. Ivano Fossati è grande per qualità artistiche ed umane, in primis generosità ed ascolto.

Di cosa parla questo brano che tra l’altro, proponi per Sanremo Giovani 2011?
Il brano racconta l’esigenza di avere spazi propri nella vita a due, bisogno spesso non dichiarato, ma necessario per vivere bene e per “scelta” la persona amata. Il linguaggio semplice e profondo, la trama di sfumature e dettagli musicali dell’arrangiamento creano un climax emotivo che mi coinvolge ogni volta che ascolto o interpreto il brano. Spero di portarlo a Sanremo per dare a “Lontano da tutto” la luce che a mio avviso merita.

La musica pensi sia uno dei modi migliori per unire i popoli?
Assolutamente sì, la musica è uno strumento popolare che ha accompagnato ogni esperienza umana nel corso dei secoli, è il tramite più adatto alla comprensione e all’unione tra i popoli per il suo linguaggio universale, capace di gettare ponti e valorizzare al tempo stesso ogni identità.

Da alcuni anni si parla di crisi del settore discografico… Pensi sia una crisi causata dal crollo delle vendite di dischi o anche che vi sia una carenza di cose nuove da proporre da parte dei vari artisti?
Le idee musicali originali e forti non hanno mai smesso di esserci. Il discorso sulla discografia è su un altro piano. La rivoluzione di internet e la possibilità di avere musica senza pagare da circa dieci anni ha tolto la disponibilità a molte case discografiche di avere fondi da destinare alle produzioni più originali e spesso più “pericolose” commercialmente parlando. E la discografia ci ha messo un po’ di tempo per capire il cambiamento epocale che stava avvenendo, e spesso si è mossa negli anni passati senza fare strategie economiche a lungo termine. Tuttavia, alla base di tutto credo ci sia stata anche l’irresponsabilità degli utenti, che hanno tolto valore all’opera degli artisti, privandoli dei fondi per sostenere il loro lavoro. Artisti che, ripeto, ci sono ed hanno molto da dire e che purtroppo spesso sono costretti a restare sconosciuti al grande pubblico per questi evidenti motivi.

Preferisci il lavoro in studio o l’esibizione “live”?

Il lavoro in studio e l’esibizione “live” si completano a vicenda e sono entrambi necessari. Nel primo caso, ad esempio, posso sperimentare diverse vesti musicali ad una stessa canzone o approfondire in modo dettagliato le capacità della mia voce, nel secondo mi metto di più alla prova, c’è il feedback del pubblico, il corpo partecipa con le vibrazioni degli amplificatori sul palco, si instaura un ciclo di suggestioni con gli altri musicisti che crea dipendenza. Comunque, se proprio devo scegliere: esibizione “live”.

Cos’hai provato la prima volta che sei salita su un palco per cantare?
La prima volta che ho messo piede su un palco avevo sei anni ed il palco era uno improvvisato di un residence turistico. Avevo le placche alla gola e mi tremavano le gambe dall’emozione, però volevo con tutta me stessa essere lì sopra. Cantai “Un papero nero”, una canzone Zecchino D’Oro dell’ anno 1990, con tanto di imitazione fonetica dello starnazzo del papero.

Tra le cose scaturite negli ultimi anni… c’è il senso di precarietà. E’ una cosa che riguarda anche chi, come te, lavora in ambito artistico?
Il precariato in ambito artistico è forte come negli altri settori, ma spesso è più in ombra rispetto ad essi. In Italia l’attività di musicista non viene vista come una professione a tutti gli effetti, piuttosto un hobby e vige il preconcetto che si tratta di una categoria di persone impegnate in un lavoro divertente. Questo non avviene negli altri paesi in Europa, dove ci sono rispetto ed ammirazione.

Lo studio e la formazione, quanto sono importanti per un’artista?
Lo studio è importante, ma a mio avviso alla base sono indispensabili attitudine e dedizione.

Oggi quali pensi siano le qualità che deve avere un giovane cantante/musicista, per farsi strada nel mondo delle sette note?
L’autenticità, la perseveranza, la volontà nel ricercare il proprio timbro vocale e del proprio suono.

In molti artisti, il viaggio è fonte di ispirazione. Succede anche a te?
Mario Soldati diceva che “Il viaggio è un sentimento, non soltanto un fatto”. Ogni espressione di ricerca, sia fisica che interiore, può essere fonte di suggestione e di creatività.

Quanto ti sono state utili le esperienze fatte fino ad oggi?

Ogni esperienza è stata utile e motivo di crescita, soprattutto ciascuna è stata graduale e consapevole.

Stai lavorando al tuo primo album. Come sta procedendo il tutto?
Il lavoro è concluso, ne sono orgogliosa perché lì dentro ci sono io e il mio mondo. Mi sono dedicata alla sua realizzazione negli ultimi due anni, senza fretta e con energia, sotto la guida di Pietro Cantarelli, produttore di tutti gli ultimi lavori di Fossati. Oltre al brano di Niccolò Fabi, l’album contiene il pezzo che mi ha regalato Ivano Fossati, altri brani di cui sono coautrice per testi e musiche con il pianista Mauro Rosati, che mi affianca da diversi anni, collaborazioni con giovani autori (Valeria Vaglio, Gaetano Civello) e la presenza di musicisti preziosi come Max Gelsi (Elisa), Claudio Fossati (Fossati, Vanoni, R. Tesi), Fabrizio Barale (Fossati, YoYo Mundi) e Ferruccio Spinetti (Musica nuda, Stefano Bollani), Cristiano Giuseppetti (You tube simphony orchestra, Orchestra La Fenice di Venezia). Il bello è che la loro collaborazione è avvenuta spontaneamente e grazie alla musica. Mi sento parte di una squadra, una squadra che ha già raggiunto un piccolo traguardo con la realizzazione di questo lavoro.

FONTE
Hahah che tenera, a 6 anni ha cantato il Papero Nero con tanto di starnazzo! xD Ve la immaginate?
 
Top
0 replies since 17/2/2011, 12:32   41 views
  Share